Brutta stagione l’inverno, anche per la pelle Seborroica

Brutta stagione l’inverno, anche per la pelle Seborroica

Umidità, inquinamento, abiti pesanti, freddo e il passaggio rapido dall’esterno agli ambienti riscaldati aumentano rossore e irritazione causate dalla dermatite seborroica.

TEMPI FREDDI E STRESSANTI PER UNA PELLE GIÀ IRRITATA – La parola 'freddo' racchiude in sé diversi rischi quali riacutizzazioni, ricadute e nuove manifestazioni della dermatite seborroica. A partire dall’autunno fino a inverno inoltrato, la pelle e il cuoio cappelluto che soffrono di dermatite seborroica non trovano pace. Aria gelata, vento, umidità e inquinamento all’aperto aumentano rossore, irritazione e bruciore della pelle che si vede costretta a correre al riparo in ambienti chiusi dove, però, il caldo e lo sbalzo di temperatura possono rendere la pelle più secca e favorire la desquamazione. Le persone con dermatite seborroica devono attendere la bella stagione, quando la pelle e i capelli possono finalmente tirare un sospiro di sollievo e abbandonare la morsa del freddo e dei sintomi dermatologici.

GLI ALTRI FATTORI DI RISCHIO INVERNALI NELLA DERMATITE SEBORROICA – Si potrebbe pensare che il problema del freddo si concentri tutto nel clima eccessivamente rigido, ma non bisogna dimenticare che insieme al freddo ci sono altri fattori in grado di peggiorare i sintomi della dermatite seborroica.

  • Inquinamento. Complici il riscaldamento e gli ambienti chiusi, l’inquinamento dato dalle polveri sottili (PM10) sale alle stelle e con esso anche i danni a pelle e al cuoio capelluto. L’inquinamento, infatti, contribuisce a rovinare il mantello idrolipidico, ovvero l’efficace barriera costituita di acqua e sebo che la pelle utilizza per proteggersi dagli agenti esterni nocivi.
  • Umidità. Causata da pioggia, nebbia e sbalzi di temperatura, lo strato di umidità che si crea tra abiti e la pelle favorisce la proliferazione del fungo Malassezia furfur, che vive sulla pelle nutrendosi di sebo e causando la comparsa delle croste giallastre tipiche della dermatite seborroica. Senza contare l’umidità provocata dal sudore, che può presentarsi quando si resta coperti a lungo da cappotti e giubbotti passando da un negozio all’ambiente esterno.
  • Abiti di lana e sintetici. Quando arriva il freddo anche la scelta degli abiti diventa un problema. Il contatto della pelle con abiti fatti di fibre di lana, pungenti e ruvidi possono peggiorare irritazione e infiammazione causate dalla dermatite seborroica. Dunque, tra abiti di lana e la nuda pelle meglio indossare sempre un capo di cotone, lino o seta, morbido e leggero.

 

COME PREVENIRE GLI EFFETTI DEL FREDDO SULLA DERMATITE SEBORROICA – Non sì può comandare il tempo e le stagioni, ma si possono adottare stili di vita che permettono di limitare gli effetti diretti e indiretti del freddo su pelle e capelli con dermatite seborroica.  Meglio ridurre il fumo di sigaretta, che potrebbe essere uno dei motivi che obbligano la nostra pelle a stare al freddo.Il freddo si può combattere anche a tavola, riducendo i cibi grassi, ricchi di zucchero e ipercalorici che sono tipici della stagione invernale e che aumentano la produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee. L’untuosità di pelle e cuoio capelluto può essere combattuta aumentando il consumo di frutta e verdura, che contribuiscono all’idratazione cutanea, all’eliminazione di tossine e a restituire alla pelle un aspetto più equilibrato.

Di fondamentale importanza è mantenere pelle e cuoio capelluto puliti con l’uso di  detergenti con proprietà emollienti e lenitive, che rispettano il pH fisiologico della pelle, delicati perché non contenenti sostanze irritanti e aggressive come i parabeni, SLES, SLS, PEG, PPG, coloranti, alcool, derivati del petrolio e della formaldeide, olii di silicone e che sono stati testati per l’assenza di nichel (un metallo spesso irritante per la pelle in soggetti già predisposti ad alcune forme allergiche). Questi prodotti, oltre a diminuire irritazione e infiammazione delle lesioni della dermatite seborroica, ristabiliscono il mantello idrolipidico della pelle che fa da barriera contro le aggressioni climatiche, come il freddo intenso, e altri agenti esterni stressanti.

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